La Santeria - Le principali divinità

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    Le principali divinità della Santeria cubana sono comunque simili se non identiche a quelle delle altre religioni afro-americane. Si tratta di una sorta di pantheon dove però, oltre alle varie divinità, si trovano dei concetti astratti a dimostrazione di un discreto livello di sviluppo religioso, filosofico e metafisico.
    Ad esempio la trilogia Olofi-Olordumare-Olorun che semplificando sono il creatore-la legge universale-la forza vitale (una sorta di Santissima Trinità).
    Sono fonte dell'Aché, il dono, la grazia, l'energia spirituale.
    Per alcuni non si tratta di una trilogia, ma di un Dio unico, quindi la santeria sarebbe una religione monoteista, e i rimanenti Orishas dei semidei (esseri umani che in vita hanno fatto grandi cose ed una volta morti sono stati eletti al rango di divinità) che impersonificano la natura con funzione di messaggeri della divinità primordiale. Questi ultimi (circa 400 nella religione originale Yoruba, una quarantina nella Santeria, di cui solo una quindicina quelli conosciuti dalla maggioranza dei fedeli) ricordano per contro parecchio la mitologia greca con le varie divinità antropomorfe in guerra, che si rubano le compagne, si vendicano, stuprano, si alleano e si proteggono vicendevolmente.
    I racconti mitologici di queste divinità, non di rado in contraddizione tra di loro, sono chiamati Pattakìn e sono di notevole interesse antropologico.

    Alcuni dei principali Orishas (santi) della Santeria cubana semplificando sono:

    Elegguà: dio bambino, dispettoso, messaggero, che detiene le chiavi del destino. Nei rituali ha il privilegio di essere sempre il primo (abre el camino). È protettore di viaggiatori, strade ed incroci. Cattolicizzato con Sant'Antonio di Padova, i suoi colori sono il rosso e il nero.

    Obatalà: Primo tra gli Orishas. Il creatore della terra. Divinità pura per eccellenza, ama la pace ed è misericordioso. È il dio della testa, del pensiero e dei sogni. Cattolicizzato come la Vergine "de la Mercedes", il suo colore è il bianco.

    Yemayà: Madre della vita e degli altri dei. Moglie o, secondo le versioni, figlia di Obatalà. Dea dell'acqua salata e quindi del mare come fonte primordiale di vita. Protettrice delle partorienti, di pescatori e marinai. Corrisponde alla Vergine Maria (Nuestra Señora de la Regla, patrona della Baia di L'Avana). I suoi colori sono il bianco e l'azzurro.

    Changò o Shangò: Dio della virilità, della mascolinità, del fuoco, di fulmini e tuoni, della guerra, della danza e della musica in particolare dei tamburi. Forse ispirato ad un mitico re Yoruba del regno Oyo. Innumerevoli le sue avventure amorose e i litigi con i rivali. Le sue presunte mogli o amanti sono almeno tre: Ochun (vedi sotto), Oyà (dea guerriera del vento, moglie di Oggùn che per questo é rivale e nemico di Changò), e Obba (dea del cimitero, eterna innamorata di Changò che per lui si tagliò un orecchio), ma è certo che è stato con tutte le donne del pantheon Yoruba. Figlio indesiderato di Yemayà, frutto di uno stupro, ma protetto da Obatalà. Il santo cattolico è come per Obatalà stranamente femminile ed è Santa Barbara. I suoi colori sono il bianco e il rosso.

    Ochùn o Oshùn: Il corrispettivo femminile di Changò (di cui è amante). Dea dell'amore, della bellezza, della femminilità e dei fiumi. Un po' "coquette" protetta da Elegguà e Yemayà. Cattolicizzata come la Vergine "de la Caridad del Cobre" (patrona di Cuba). Colore il giallo, l'oro.

    Orula: la divinazione personificata, principale benefattore del genere umano perché gli svela il futuro e lo consiglia. Pure figlio di Yemayà, ma da un rapporto incestuoso con il figlio Oggùn, un montanaro solitario e irascibile, dio del ferro - San Pietro), salvato dall'ira di Obatalà da Elegguà e protetto dal fratello maggiore Changò. Identificato in San Francesco d'Assisi e i colori sono giallo e verde.

    Babalù Ayé: Dio guaritore di numerose malattie veneree, della pelle, della lebbra, del colera, delle infermità in genere ecc. Per questo è dunque associato a San Lazzaro. I colori sono bianco e blu. Questo in Africa era il santo principale e più venerato, all'Avana esiste un santuario in suo onore (Rincon), dove si recano ogni anno il 17 dicembre migliaia di infermi.

    Queste alcune delle divinità maggiori della Santeria. Ce ne sono poi un'infinità di minori. Naturalmente non ci sono delle regole univoche su nomi, attributi e leggende (patakkìn di tradizione orale catalogate solo nel XX° secolo). I rituali variano a seconda delle scuole liturgiche (reglas). Spesso le divinità si confondono e il discorso sul fenomeno del sincretismo con la religione cattolica merita un capitolo a se.
     
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